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Per saper improvvisare occorre una preparazione maggiore

  • Immagine del redattore: Luigi Ranieri
    Luigi Ranieri
  • 31 lug
  • Tempo di lettura: 1 min
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Paradossalmente, per saper #improvvisare al meglio serve una grande #preparazione 🔀 

Si crede che preparazione, piani e aspettative siano utili finché tutto va come previsto.  

In realtà, il loro vero valore emerge quando tutto va storto. (Miles Davis diceva: "Suonare una nota giusta è facile. Suonare la nota sbagliata al momento giusto è #jazz).



👉 Perché solo chi ha studiato la mappa sa riconoscere le vie alternative quando la strada principale crolla.  

👉 Perché solo chi ha allenato la tecnica può permettersi di abbandonarla e fluire nell’#incertezza.

Un esempio: #Hemingway riscrisse il finale di "Addio alle armi" 47 volte. Poi, in un accesso d’ira, lo buttò giù di getto. Quella versione, improvvisata, divenne un capolavoro. Ma solo perché aveva preparato 46 versioni prima.


La preparazione non è una gabbia: è la base che ci permette di trasformare l’imprevisto in #opportunità.  

A patto di fare un passo essenziale: liberarci dall’#attaccamento al piano originale.


È qui che accade la magia:  

- Navigare l’inaspettato senza panico.  

- Scoprire mete diverse, ma ugualmente ricche.  

- Trovare il geniale nel caos, perché sappiamo cosa cercare.


La vera #maestria? Non è seguire lo script. È usare ciò che sappiamo per danzare fuori dagli schemi 💥


Sarò un pò datata, ma al riguardo continua a restare interessante la #teoria della “flessibilità cognitiva: in contesti complessi (es. medicina, leadership), i migliori performer sono quelli con conoscenza approfondita + capacità di rielaborarla in tempo reale.


📚 Fonte: Spiro et al. (1988), Cognitive Flexibility Theory: https://eric.ed.gov/?id=ED302821



 
 
 

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